Centri storici minori, paesaggio e experience based tourism: una risorsa per le economie locali*

Di Emanuela Biscotto, Piera Pellegrino, Elio Trusiani

1 | Cenni introduttivi

Molti centri minori, sebbene dotati di un patrimonio culturale materiale e immateriale, sono economicamente depressi e si collocano al di fuori dei circuiti turistici ed economici consolidati: alcuni di loro, situati in aree marginali rispetto alle grandi direttrici di collegamento e ai centri urbani principali, per far fronte ai fenomeni di abbandono e spopolamento hanno avviato strategie di sviluppo incentrate sulla valorizzazione del turismo culturale “consapevole” e della fruizione lenta a partire proprio dal loro patrimonio storico-culturale e ambientale-paesaggistico, come brand di memoria e identità.

Proprio il binomio territorio e identità permette di creare nuove reti di relazione che vanno oltre i luoghi, verso modelli di sviluppo integrato locale e turistico. Questi due fattori costituiscono un patrimonio capace non solo di incrementarne il valore aggiunto, la competitività e la visibilità, ma anche di promuovere il benessere della comunità locale.

In questo senso, il turismo culturale, inteso come turismo basato sulla conoscenza del contesto locale e degli stili di vita della popolazione di un altro paese[1], restituisce centralità ai territori e alle comunità locali; colma la distanza tra comunità e patrimonio, incrementandone coscienza e conoscenza; integra il trinomio tutela, valorizzazione e fruizione con una nuova componente, quella della produzione culturale. Il turismo culturale diviene, inoltre, l’occasione per rivitalizzare le realtà rurali e garantisce il rispetto dei valori territoriali identitari, recuperando la rete di percorsi storici e tracciati esistenti che rappresentano le antiche relazioni dell’armatura paesaggistico-culturale.

A tal proposito il MIBACT ha emanato una direttiva[2] con la quale dichiara il 2016 Anno dei cammini d’Italia proprio con il fine di valorizzare il patrimonio costituito da itinerari escursionistici che rappresentano una componente importante dell’offerta culturale e turistica italiana.

Tra le iniziative contenute nel documento spicca la redazione di un Atlante dei cammini di Italia sulla base di un censimento degli itinerari storico-culturali paesaggistici pedonali redatto in collaborazione con gli enti territoriali e locali, associazioni e operatori del settore. Un sistema di antiche vie che interagiscono a scale diverse e costituiscono la memoria profonda di un territorio senza fermarsi al ristretto contesto locale, superando i confini amministrativi disegnati da scelte politiche e non dalle storie dei territori (Francini M. et al., 2012).

Questi itinerari turistici integrati possono generare occupazione, qualità della vita e tutela dell’ambiente, dimostrando che la crescita del fattore economico non deve avvenire necessariamente a scapito del carattere identitario e naturalistico.

Il turismo culturale consiste nella scoperta dei territori in maniera consapevole e orientata da parte di fruitori esigenti e con interessi trasversali secondo il concetto di experience-based tourism, che implica la necessità di andare oltre l’esperienza di viaggio fugace, dilatandola nel tempo attraverso un coinvolgimento intellettuale ed emotivo in grado di continuare anche dopo l’esperienza stessa e in grado di stimolare la fissazione del ricordo e della memoria (Nacci L., 2016). Da questo l’importanza crescente dei fattori immateriali e della cosiddetta “narrazione” del territorio come fattore attrattivo. Un modo di raccontare esattamente contrario alla comunicazione istituzionale e che si basa sulle suggestioni, sulla condivisione facendo leva sul senso di appartenenza e di vicinanza stabilendo solidi agganci con i luoghi e le esperienze vissute.

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2 | Turismo culturale: alcuni dati

Nel 2013, secondo l’indagine sul turismo culturale pubblicata nel rapporto “Io sono cultura 2014”, il 13,3% dei turisti ha scelto l’Italia perché motivati dall’interesse per il suo patrimonio artistico–culturale. Un turismo più straniero (17,9% il peso dei turisti stranieri) che italiano (8,6%).

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Tabella I| Incidenza percentuale del turismo culturale in Italia. Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere restituite nel rapporto 2014 “Io sono cultura”

AnniItalianiStranieriTOTALE
20128,614,111,2
20138,617,913,3

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Il rapporto analizza le attività svolte dai turisti “culturali” ed evidenzia una moltitudine di interessi che vanno oltre i luoghi strettamente legati alla cultura, ma che li spinge a scoprire i caratteri e le peculiarità del territorio che spaziano dai paesaggi, al folklore, ai sapori della tradizione. L’interesse per la cultura si manifesta nel 35,8% dei turisti che si recano nei musei e dal 18,1% che visitano monumenti e siti archeologici. Il 40,6% dei turisti si dedicano ad escursioni, mostrando un evidente interesse verso la scoperta del territorio e degli itinerari legati alla mobilità lenta. Inoltre, il rapporto evidenzia che la prima voce di attrazione/conoscenza di un dato territorio proviene dal racconto di un amico/conoscente, lo story telling.

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Tabella II| Le attività svolte dal turista culturale. Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere restituite nel rapporto 2014 “Io sono cultura”

 ItalianiStranieriTOTALE
EuropeiExtraeuropeiTotale
Escursioni e gite46,5318,05,163,637,740,6
Visita di musei e/o mostre22,741,16,7251,242,135,8
Degustazione prodotti enogastronomici locali36,027,929,028,030,6
Shopping24,933,429,633,030,4
Visita a monumenti e siti di interesse archeologico19,218,013,717,618,1
Attività sportive15,516,730,517,917,1
Spettacoli musicali18,313,511,513,315,0
Acquisto prodotti dell’artigianato locale14,19,33,68,810,5
Partecipazione a eventi enogastronomici9,78,93,88,48,9
Partecipazione a eventi folkloristici9,37,211,87,68,2
Partecipazione a spettacoli teatrali o cinematografici9,16,05,46,07,0
Visite a Centri benessere (saune ecc.)4,08,25,37,96,7
Eventi religiosi4,56,70,16,15,6
Partecipazione a convegni, congressi o fiere5,54,82,54,64,9

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Nel 2014 (“Io sono cultura 2015”) il 52,5% dei turisti europei ha scelto di passare le vacanze in Italia per la particolarità del suo patrimonio artistico e architettonico e il 47,1% per poter fruire le bellezze naturali a contatto con la natura per soddisfare interessi naturalistici.

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Tabella III| Motivazioni dei turisti Europei in vacanza in Italia (valori %). Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere restituite nel rapporto 2015 “Io sono cultura”

Ricchezza del patrimonio/monumentaleBellezze naturali/stare a contatto con la natura/interessi naturalisticiInteressi eno-gastronomici/prodotti agroalimentari tipici locali
52,547,115,7

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Il 52,5% dei turisti europei sono interessati a visitare i centri storici, il 27,3% alle escursioni in parchi naturali, il 31,4% ai musei e alle pinacoteche, mentre l’11,6% ha visitato siti archeologici e il 13,2% le botteghe artigianali.

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Tabella IV| Luoghi visitati durante il soggiorno dai turisti Europei in Italia. Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere restituite nel rapporto 2015 “Io sono cultura”

Centri storici52,5
Cattedrali e luoghi di culto38,9
Musei e pinacoteche31,4
Parchi naturali27,3
Botteghe di artigianato tipico13,2
Siti archeologici11,6
Porto10,7
Aree marine protette10,2
Castelli8,5
Eventi e rievocazioni storiche7,2
Cantine e strade del vino5,3
Terme5,3
Altro0,1

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Le dinamiche turistiche contemporanee ci mostrano un quadro multidimensionale nel quale si possono rintracciare due costanti che marcano in modo continuativo le scelte: il bisogno di cultura, storia e tradizione da un lato; la qualità e la fruizione dell’ambiente naturale.

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3 | Pianificazione, pratiche per la mobilità lenta

Negli ultimi anni diversi centri minori a livello locale e alcune regioni a livello territoriale hanno attivato processi e strategie di sviluppo e di rigenerazione investendo sulle risorse locali. I casi studiati mostrano come il tema del turismo consapevole e della fruizione lenta divenga, sia nella pianificazione territoriale e sia nelle pratiche operative, una strategia di valorizzazione del territorio attraverso la difesa di economie locali integrate e il recupero di un tessuto edilizio ed infrastrutturale in abbandono e in dismissione.

La rete di fruizione lenta, in un’ottica di integrazione e di sistema/rete, diviene un’idea per rafforzare centri minori e territori particolarmente “deboli” e che rischiano fenomeni di abbandono e di degrado per la presenza di forze centrifughe causate dalle grandi città.

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3.1 | Il progetto pilota della Val di Cecina: la fruizione lenta del paesaggio toscano

La Regione Toscana, nell’ambito del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico ha predisposto il Progetto di fruizione lenta del paesaggio regionale partendo dal principio che l’accessibilità e la fruizione del territorio regionale costituisca il requisito indispensabile per la valorizzazione e la conservazione del paesaggio.

Il Progetto è strutturato in quattro obiettivi generali:

  • favorire la fruizione lenta dei paesaggi regionali al fine di conoscere le specificità locali dell’intero territorio; tutelare e valorizzare la rete infrastrutturale storica come elemento strutturante (rete ferroviaria);
  • garantire l’accessibilità diffusa (recupero delle stazioni ferroviarie);
  • favorire lo sviluppo diffuso e integrato delle diverse modalità di fruizione lenta del paesaggio;
  • favorire la riconoscibilità dei paesaggi regionali spesso frammentati e l’accesso diffuso in modo da garantirne la fruizione superando le visioni e descrizioni standardizzate dei territori toscani.

La mobilità lenta è considerata dalla Regione lo strumento privilegiato di fruizione del territorio in quanto non è impattante e allo stesso tempo permette di osservare il paesaggio e di avere la percezione delle componenti più minute, le diversità e le identità che sfuggono allo sguardo più distante della mobilità veloce.

 

Figura 1 | Progetto di fruizione lenta del paesaggio regionale: progetto generale. Piano di Indirizzo Territoriale (PIT)

con valenza di piano paesaggistico della Regione Toscana.

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La Regione, per definire questa rete ha identificato i percorsi già esistenti e/o previsti dagli strumenti di pianificazione territoriale per valutarne la consistenza e efficacia ai fini della fruizione paesaggistica. Ha censito sia i percorsi in sede dedicata sia gli itinerari tematici che utilizzano la rete infrastrutturale esistente.

Tale ricognizione ha rappresentato la base su cui definire uno Schema Strategico che ha individuato i principali ‘corridoi paesistici regionali’ intesi come direttrici portanti ambientali e storico-culturali del Progetto della rete di fruizione dei paesaggi toscani.

Quest’ultimo ha consentito l’integrazione della rete di mobilità lenta con i luoghi attraversati, individuando i percorsi come elemento costitutivo dei paesaggi e mettendone in evidenza i caratteri specifici e le funzionalità connettive.

Come caso esemplificativo è stato sviluppato il Progetto pilota lungo la linea ferroviaria Cecina-Volterra. Il progetto valorizza le potenzialità del sistema di fruizione di itinerari esistenti oggi suddivisi tra bassa, media e alta val di Cecina, al fine di creare uno scenario unitario che vede nelle stazioni ferroviarie i punti nodali. Il progetto prevede la costruzione di un itinerario pedo-ciclabile di fondovalle che si sviluppa principalmente lungo la viabilità rurale minore. Tale percorso, che scorre parallelamente alla linea ferroviaria e utilizza le stazioni come punti di accesso, costituisce la spina di raccordo e partenza degli itinerari collinari, valorizza l’ambito perifluviale del Cecina e i viali di accesso ai borghi collinari, con lo scopo di sviluppare il turismo escursionistico e di valorizzare le produzioni locali. Per rendere concreta l’implementazione e la realizzazione delle strategie di intervento la Regione Toscana ha affidato all’Università di Siena lo studio per la fattibilità economica e ambientale del progetto pilota e ha promosso la firma di un protocollo d’intesa tra i Comuni interessati.

 

Figura 2 | Progetto di fruizione lenta del paesaggio della Val di Cecina: in viaggio lungo la ferrovia.

Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico della Regione Toscana.

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3.2 | Il Cammino di Santa Barbara: sulle tracce dei minatori sardi

Il Cammino minerario di Santa Barbara è un itinerario storico, culturale, ambientale che si sviluppa per circa 400 chilometri lungo gli antichi cammini minerari che attraversano i luoghi di culto e le chiese dei minatori nel grande bacino minerario dismesso del Sulcis Iglesiente Guspinese[3].

L’itinerario è un progetto elaborato dall’Associazione Culturale Pozzo Sella con il coinvolgimento del Parco Geominerario Storico Ambientale e la partecipazione di 19 Comuni, interessati dai diversi tracciati minerari.

Si tratta di un grande itinerario che riscopre gli antichi sentieri percorsi dai minatori, le antiche mulattiere e i tracciati ferroviari utilizzati per il trasporto dei minerali grezzi e mercantili lungo i quali è conservato lo straordinario patrimonio tecnico-scientifico, storico-culturale, paesaggistico-ambientale e socio-antropologico.

Tali cammini possono essere oggi considerati tra i primi itinerari culturali europei in quanto hanno favorito, fin dal neolitico antico, l’incontro e gli scambi commerciali e culturali tra i popoli contribuendo a creare il patrimonio comune dell’identità culturale europea.

L’itinerario sardo rappresenta una proposta innovativa di turismo sostenibile che coinvolge destinazioni fuori dai circuiti dei grandi flussi turistici, contribuendo al contenimento della emissione di CO2 del settore turistico e più in generale alla tutela e alla protezione del patrimonio naturale.

Figura 3 | L’itinerario storico, culturale, ambientale e religioso della Sardegna lungo i cammini minerari del Sulcis Iglesiente Guspinese.

Fonte: http://www.retecamminifrancigeni.eu/index.php?pag=347

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L’Associazione e le istituzioni sarde stanno operando in modo congiunto per far inserire il Cammino minerario di Santa Barbara tra gli itinerari culturali europei istituiti dal Consiglio d’Europa, con lo scopo di dare avvio alla creazione, anche nei restanti vecchi bacini minerari europei, di una rete di cammini minerari europei dedicati alla comune patrona dei minatori, Santa Barbara, con la loro messa in rete quale prodotto tematico di turismo sostenibile di livello transnazionale.

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3.3 | Il Sentiero dell’Inglese: tra naturalità, antiche radici e turismo sostenibile

Nell’area Grecanica dell’Aspromonte greco è stata recuperata, da cooperative di giovani locali, una rete territoriale eco-turistica ed escursionistica che propone un itinerario integrato di piccoli borghi sulle tracce dello scrittore ed illustratore inglese Edward Lear.

Il percorso denominato Sentiero dell’Inglese è un’occasione per riscoprire i paesaggi delle fiumare di straordinaria bellezza naturalistica, le tradizioni, la storia della montagna mediterranea.

Quest’area, le cui radici culturali affondano nelle prime colonizzazioni dei greci, è rimasta nel tempo la culla secolare della minoranza linguistica ellenofona, custodendo comunque immutate le tracce della sua antica natura di crocevia del Mediterraneo. Attraverso il percorso è possibile percepire nel paesaggio la difficoltà storica degli spostamenti dovuta alle caratteristiche peculiari del territorio: un altopiano solenne ed aspro ricco di fiumare e di calanchi, di colline e di coste franose.

Questo paesaggio per secoli è stato percorso dalla ferrovia e dalla statale costiera, un unico percorso carrabile, e da un sistema nel quale una rete di mulattiere e sentieri collegavano l’epicentro commerciale ed artigianale di Bova con tutto l’entroterra. Questa situazione d’isolamento, durata sino agli anni ’60 consentì la sopravvivenza della lingua e un’economia chiusa, spesso non monetaria, basata sul baratto con prodotti della terra e della pastorizia. Il cammino è l’occasione sia per ripercorrere una società antica, che vive nei ricordi e nella narrazione degli anziani e sia per riattivare un’economia locale integrata basata sulla produzione di prodotti tipici e attività di accoglienza e a eventi culturale legati alla tradizione.

 

Figura 4 | Ambiti di tutela, valorizzazione e trasformazione paesaggistica dell’area della fiumara Amendolea.

Fonte: tesi di Laurea Specialistica in Architettura del Paesaggio titolo ”Paesaggio della fiumara Amendolea, dal rischio al progetto”

laureanda Carla Foddis, relatore prof. Elio Trusiani a.a. 2011/2012.

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Per rafforzare e diffondere la conoscenza dei caratteri identitari dei luoghi, attraverso la partecipazione al Bando della Regione Calabria “Eventi Storicizzati” finanziato attraverso il POR Calabria FESR 2007-2013 e i contributi economici dei Comuni, della Provincia di Reggio Calabria e del Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Gruppo di Azione Locale (GAL) Area Grecanica realizza annualmente il Festival Paleariza[4].

L’evento è strutturato come un percorso di visita che punta l’attenzione soprattutto verso le aree interne e gli antichi borghi: Bova, Melito Porto Salvo, Bagaladi, Bova Marina, Condofuri, Roghudi, San Lorenzo, Staiti e Palizzi Cardeto, Montebello Jonico e Roccaforte del Greco.

Per sostenere annualmente l’evento il GAL ha attivato anche strumenti di fund raising, già sperimentati come la Carta Paleariza e il Paleariza Crowdfunding che permettono il coinvolgimento e il contributo dei cittadini privati.

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4 | Conclusioni

I casi presentati evidenziano tentativi differenti di valorizzazione della rete minore dei centri storici e dei beni culturali e paesaggistici diffusi: la rete dei cammini appare come un probabile filo conduttore di questa operazione dove il turismo culturale, settore in crescita e in continua evoluzione, sembra poter promuovere forme eterogenee di fruizione per la riattivazione dei territori

Sebbene la mobilità lenta sia al centro delle politiche del MIBACT, non vi è, ad oggi, una raccolta nazionale dei dati in grado di inquadrare e definire il fenomeno: essi risultano frammentati, non esaustivi e riguardano solo i principali percorsi religiosi.

Non mancano, tuttavia, pratiche innovative che utilizzano il recupero dei tracciati storici e il rinnovato interesse per il camminare come occasione di sviluppo e rivitalizzazione dei centri storici minori marginali.

Con l’elaborazione del Progetto di fruizione lenta del paesaggio regionale, la Regione Toscana, riporta all’attenzione questo tema attribuendogli una valenza strategica. La mobilità lenta è intesa come strumento privilegiato di fruizione dell’intero territorio e di connessione tra i piccoli insediamenti che costituiscono la trama minuta dell’armatura storico culturale e paesaggistica regionale.

Il caso del Cammino minerario di Santa Barbara rappresenta un’azione locale di tipo bottom up, avviata da un’associazione insediata sul territorio con il coinvolgimento e la cooperazione di enti locali e di settore. Attraverso la concretizzazione di forme di aggregazione territoriale è stato possibile potenziare le dotazioni e le attrattive del territorio rafforzando le relazioni materiali e immateriali.  Alla narrazione deve corrispondere una capacità dei territori di espressione e di marketing territoriale necessaria per dare continuità e suscitare interesse da parte dei possibili fruitori supportata dall’uso di nuove tecnologie 2.0 dell’informazione e della comunicazione.

Il caso dell’area Grecanica mette in campo e valorizza entrambe le questioni sopra citate per promuovere e rafforzare l’unicità di un enclave linguistico come parte integrante dell’identità regionale stessa, andando oltre gli aspetti meramente fisico naturalistici e storico artistici dei luoghi.

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* Il contributo è di:

Emanuela Biscotto. Architetto, libero professionista.

Piera Pellegrino. Scuola di Architettura e Design-Università di Camerino (PhD).

Prof. Elio Trusiani. Scuola di Architettura e Design-Università di Camerino.

Sarà pubblicato negli Atti del Convegno, in via di redazione, della XIX Conferenza Nazionale SIU organizzata dalla Società Italiana degli Urbanisti, a cura dei Dipartimenti di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo e di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Catania.

Il tema di dibattito, “Cambiamenti, responsabilità e strumenti per l’urbanistica al servizio del paese”, è stato motivo di confronto, tra teorie e pratiche, sulle potenzialità dell’Urbanistica e sul suo ruolo, che sembra sostanziale per la ripresa del Paese.

 

Riferimenti bibliografici e sitografia

 Monografie

Nacci L. (2016), Viandanza. Il cammino come educazione sentimentale, Editori Laterza, Roma

Sánchez Sanz V. (2013), El fenómeno senderista en España. Análisis por un panel de expertos, Universitat De València Facultat de Ciències de l’Activitat Física i l’Esport

Saggio su volume

Francini M., Colucci M., Palermo A., Viapiana M. F. (2012), “Marketing territoriale e turismo culturale”, in I centri storici minori. Strategie di rigenerazione funzionale, FrancoAngeli s.r.l., Milano

Fondazione Symbola-Unioncamere (2014), “Il turismo culturale e la capacità di attivazione della filiera culturale sulla spesa turistica”,  Io sono Cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, Rapporto 2014

Fondazione Symbola-Unioncamere (2015), “Il turismo culturale e la capacità di attivazione della filiera culturale sulla spesa turistica”,  Io sono Cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, Rapporto 2015

Sito web

Il turismo lento e il progetto Slow travels

http://www.formazioneturismo.com/il-turismo-lento-e-il-progetto-slow-travels-itinerari-ecoturistici-mobilita-lenta-valorizzazione-abruzzo/

Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di piano paesaggistico delle Regione Toscana

http://www.regione.toscana.it/-/piano-di-indirizzo-territoriale-con-valenza-di-piano-paesaggistico

La Rete dei Cammini. Il Cammino minerario di Santa Barbara

http://www.retecamminifrancigeni.eu/index.php?pag=347

Il territorio dell’Area Grecanica

http://www.misiti.it/MinoranzeLinguistiche2/gr_territorio.html

Festival Paleariza

http://www.paleariza.it/

 

[1] Il turismo culturale. è anche considerato come il più sostenibile, in grado di promuovere tolleranza, rispetto e conoscenza tra culture differenti; di ciò si è discusso nel 2011 al World Tourism Day, dedicato al tema del turismo come ponte tra culture.

[2] Direttiva del Ministero dei Beni e delle Attività culturali del Turismo “2016- Anno dei Cammini d’ Italia” del 12 Gennaio 2016.

[3] Il bacino include il 65% dell’intera superficie del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna sito UNESCO, istituito con decreto ministeriale del 16 ottobre 2001 in attuazione di quanto disposto dalla legge 23 dicembre 2000, n. 388

[4] Nel 2011 il Festival è stato premiato dal Ministero del Turismo con il marchio “Patrimonio d’Italia” per aver contribuito a valorizzare l’immagine dell’Italia e a generare nuovi flussi turistici.