di Paola Brighenti
Martedì 8 Maggio 2018, nella Sala Gianfranco Imperatori, sede dell’Associazione Civita, si è colta l’occasione della celebrazione della Giornata/Mese Nazionale dei Cammini Francigeni per fare il punto della situazione sullo stato dell’arte della rete dei cammini e più in generale della mobilità dolce.
Ambra Garancini, Presidentessa della Rete dei Cammini, dopo i saluti di rito e la presentazione di tutti i partecipanti al convegno, inizia subito ad illustrare le novità di questa edizione.
La giornata, infatti, non è più dedicata ad un solo cammino o un solo settore ma è all’insegna dell’apertura della rete, che ad oggi comprende 28 tra associazioni ed enti che si occupano di oltre 30 cammini riconosciuti, ad altre pratiche di mobilità dolce. In vista del decennale dalla fondazione che si terrà l’anno prossimo (la rete dei cammini nasce infatti nel 2009) l’obiettivo è integrare tutte le realtà che animano questo tipo di turismo.
“È una giornata che si occupa di tutti i cammini che esistono in Italia, anche alcuni che non esistono ancora”
Successivamente la parola passa ad Antonio La Spina, Presidente UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, che brevemente illustra l’impegno delle piccole realtà locali in sostegno dei cammini, e dei camminatori, che li attraversano. Impegno che si declina in attività di accoglienza e assistenza anche tramite il sito e percorsi organizzati, come ad esempio il cammino da Francesco a Francesco, nel periodo che va dal 14 settembre al 4 ottobre.
Anna Donati, Portavoce A.Mo.Do. – Alleanza Mobilità Dolce, ha innanzitutto ringraziato il lavoro dei vari associati che, su base quasi totalmente volontaria, rendono possibile un discorso di valorizzazione e promozione dei territori in cui si sviluppano i vari cammini italiani. Successivamente ha chiarito alla platea gli obiettivi dell’Alleanza Mobilità Dolce che sono:
- Fare “massa critica” per far sentire meglio la propria voce in contesti istituzionali che spesso penalizzano le piccole realtà associative.
- Ampliare la rete dei cammini ad altre modalità che ruotano intorno al concetto di mobilità dolce, come ad esempio associazioni che si occupano di recupero vecchie ferrovie, ciclomobilità ecc. per la creazione di un’offerta turistica unitaria e integrata.
- Attuare le nuove normative per realizzare gli obiettivi prefissati, che rischiano altrimenti di rimanere sulla carta
Con questo spirito nasce l’iniziativa “Primavera della Mobilità Dolce” che, durante la stagione primaverile (dal 21 marzo al 21 giugno) con decine di iniziative per chi pedala, cammina e viaggia su ferrovie turistiche vuole comunicare all’esterno un concetto di rete e di comunità che promuova integrazione e collaborazione di tutte le realtà partecipanti.
Successivamente la Donati ha ribadito la necessità di creare un dialogo con le istituzioni per rendere reali e attuabili le varie normative che stanno nascendo negli ultimi anni proprio in risposta ad una domanda sempre più forte di regolamentazione e tutela di questo nuova declinazione delle pratiche del turismo sostenibile.
Dialogo necessario per evitare una divergenza di obiettivi e soluzioni tra le basi associative e le istituzioni.
Parole chiave sono Integrazione e Sinergia.
Integrazione anche verticale, come ha sottolineato Vincenzo Santoro, Responsabile Dipartimento Cultura e Turismo ANCI – Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia. (http://www.anci.it/)
La mobilità dolce è un tipo di turismo che, attraverso l’associazionismo spontaneo e partecipato, accresce le microeconomie locali e valorizza il territorio in maniera sostenibile rispetto ad altre pratiche turistiche di cui l’Italia è piena. Proprio questa vocazione spontaneista è il valore da tutelare e al contempo organizzare per evitare il rischio di mercificazione da un lato e per incanalare le energie di tutte la parti in gioco che altrimenti rischiano di disperdersi.
Proprio per questo è nata una collaborazione tra A.Mo.Do e il Politecnico di Milano per un “Osservatorio delle connessioni lente” i cui risultati, auspica Ambra Garancini, dovrebbero essere disponibili a fine maggio c.m.
Anche il SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, è presente per testimoniare il proprio contributo. Se lo spontaneismo è il leitmotiv della giornata, il Memorial Day ne è esempio lampante.
Nato come risposta quasi fisiologica nel 1993, subito dopo le stragi che hanno segnato l’anno precedente, per commemorare un lutto che ancora oggi ferisce il ricordo, il Memorial Day ha come valori fondanti Memoria, Giustizia e Verità. Valori condivisi da tutta la società civile e che 3 anni fa, in collaborazione con la rete dei cammini, sono diventati motore di un pellegrinaggio aperto a tutti. Percorrendo il cammino di San Michele (non a caso patrono della Polizia) a staffetta, sia a piedi che in bici, il SAP incontra le realtà locali e la società civile, in un dialogo amicale coi cittadini.
Quindi la parola passa a Sergio Valzania, giornalista e pellegrino.
Il tono della conversazione cambia e per un momento non si parla di più di obiettivi e necessità.
“Il cammino è una proposta rivoluzionaria e radicale che propone un paradigma diverso per raggiungere la felicità.”
Camminare è una gioia e questo intervento testimonia proprio la positività che ne permea la base.
Infine gli ultimi due interventi.
Cammini francigeni e non solo.
Parla Sergio Rozzi, Presidente di E.R.C.I. Team, presente al convegno per illustrare il progetto “La Via dei Marsi/The Marsican Road”. (http://www.erciteam.it)
Il progetto promosso dall’associazione E.R.C.I. ha come obiettivo la creazione di un corridoio ecologico che attraversi i territori della Marsica all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e del Parco Regionale del Sirente-Velino con al centro la Riserva Naturale guidata Monte Salviano ad Avezzano e il bacino dell’antico Lago Fucino.
L’idea nasce alla fine degli anni 80 proprio dalla sensibilità del presidente Sergio Rozzi maturata grazie all’esperienza accumulata negli anni lavorando alla pianificazione del territorio. Anche in questo caso la parola chiave è integrazione, tra le realtà locali, le istituzioni e i vari soggetti che si occupano della valorizzazione del territorio.
È Emanuala Biscotto, socia fondatrice dell’Associazione Culturale “Variante Cimina della Via Francigena”, a chiudere questa mattinata ricca di spunti e riflessioni.
Il racconto e la valorizzazione del territorio passano attraverso i comuni che lo popolano. Le microrealtà locali sono fondamentali per raggiungere obiettivi di recupero e salvaguardia dei beni naturalistici e culturali che attraversano la Variante Cimina, così come tutti i cammini del nostro Paese. Obiettivo dell’associazione è quindi non solo l’organizzazione di eventi per la promozione di questi luoghi ma anche la formazione. Formazione rivolta a tutti i soggetti che vivono e lavorano in questi territori e desiderano aumentare la propria consapevolezza e apprendere strumenti utili per poter essere protagonisti attivi dello sviluppo e della tutela della propria terra.
Da qui la nascita di iniziative come i “Seminari Francigeni” rivolti a tutti coloro che intendono investire in attività di accoglienza, e il concorso “Il sapere degli anziani e l’innovazione dei giovani” rivolto invece alle scuole, perché la consapevolezza, come già detto precedentemente, passa anche attraverso la memoria.
Così si è conclusa questa giornata. I nodi da sciogliere sono molti, i temi da sviluppare altrettanti. Come qualsiasi attività umana che cresce e si sviluppa, anche la buona pratica del cammino consapevole non è scevra da rischi di dispersione. Molteplici soggetti oggi hanno proposto soluzioni applicabili e concrete, tutte sotto l’insegna di punti cardine che sono la convergenza, l’integrazione e la sinergia.
(Proprio nell’ascolto di molteplici voci risiede il futuro della mobilità dolce.)